Il verde (non) è un colore difficile

ph Roberto Baroncini

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sabato 5 e domenica 6 giugno, ore 19 e ore 21 - Sala Pamphili - Complesso degli Agostiniani -
E' BAL. Palcoscenici romagnoli per la danza contemporanea


Il verde è un colore difficile da abbinare al mondo odierno e al suo consumo onnivoro e predatorio. Nella pièce la botanica è intesa come scienza poetica e modello di resistenza. Le danzatrici esprimono attraverso l'esplorazione corporea, modalità energetiche sottili e vibratili in relazione alla vitalità delle piante. Alla base si pone la ricerca di Stefano Mancuso, autore di numerosi testi sul mondo vegetale e sull'intelligenza estremamente evoluta delle piante, alla quale si guarda come fonte d'ispirazione, restituendole maggiore attenzione e rispetto. Come attraverso un caleidoscopio, lo sguardo dello spettatore viene  invitato a seguire  un discorso stratificato e sfaccettato, che si dipana su diversi livelli, piani e angolazioni;  la coreografia è sostenuta da due linee stilistiche e formali  che viaggiano separate seppur in relazione: il geometrico e l’organico, spostando il focus da una visione parcellare a quella d'insieme. La pièce, come una tavola botanica, mette a  fuoco il dettaglio di un singolo elemento vegetale per poi allargare lo sguardo al giardino e a una prospettiva ampia, stratificata e composita. Concetti guida come respiro, decentralizzazione e movimento periferico, nutrono l’avanzata del corpo e la sua esistenza nello spazio scenico. Piante silenti e donne in protesta avanzano per la medesima causa, la violazione dei propri diritti, e la liberazione da ogni violenza. Provenienti da differenti esperienze e sfondi, le tre danzatrici, ciascuna portatrice di una propria cifra interpretativa e stilistica, affermano una poetica d’insieme che si nutre di innesti e di modalità espressive plurali e  nello stesso tempo peculiari. Per ciò che riguarda le luci si è scelto di lavorare in modo indipendente rispetto all'utilizzo di energia elettrica. La sperimentazione musicale è supportata dall’uso di 'Bamboo': un apparecchio elettronico che permette di tradurre i suoni originati dalle piante in frequenze udibili dall'orecchio umano. L'idea di essere indipendenti dal punto di vista energetico e sonoro è una scelta poetica che si traduce nel simbolo di una resistenza possibile, per una pratica di sostenibilità e portabilità dello spettacolo dal vivo.